Sensibilità emotiva e il cervello in BPD

Perché la desensibilizzazione può peggiorare i sintomi borderline.

La sensibilità emotiva è un sintomo importante del disturbo borderline di personalità. Uno studio recente 1 ha esplorato il modo in cui l’esposizione ripetuta a stimoli negativi potrebbe essere differenzialmente vissuta da individui con disturbo borderline di personalità (BPD). Le reazioni emotive e l’attività cerebrale sono state confrontate tra pazienti con diagnosi di BPD, pazienti con diagnosi di disturbo di personalità evitante e soggetti sani di controllo. A tutti gli individui sono state mostrate immagini negative intese a evocare emozioni e immagini neutre. Pochi giorni dopo le stesse immagini sono state mostrate di nuovo.

Le reazioni emotive segnalate e l’attività cerebrale hanno mostrato una maggiore abitudine negli altri due gruppi; cioè, gli individui non-BPD iniziarono a “abituarsi” alle immagini provocatorie. Il gruppo BPD è rimasto emotivamente stimolato, più sensibilizzato alle immagini negative. Hanno anche mostrato più risposte negative alle immagini neutre.

Questi risultati hanno implicazioni per gli interventi terapeutici. La desensibilizzazione o terapia di esposizione è un approccio usato per trattare alcuni sintomi psichiatrici. Ad esempio, il PTSD viene talvolta trattato aiutando il paziente a rivivere gradualmente il trauma. Le fobie possono essere trattate gradualmente, aumentando l’esposizione all’oggetto temuto. L’obiettivo di questo approccio è “estinguere” il sintomo. Questo studio suggerisce che la ri-sperimentazione prematura delle situazioni di disturbo potrebbe peggiorare i sintomi della BPD e rendere il paziente ancora più sensibilizzato. Un approccio più utile potrebbe essere quello di sviluppare strategie per adattarsi meglio alla disregolazione affettiva, piuttosto che cercare di eliminarlo.

Riferimenti

1 Denny, BT et al. “Sensibilizzazione della rete di sussidi neuronali a stimoli emozionali ripetuti a seguito di assuefazione iniziale in pazienti con disturbo borderline di personalità”, American Journal of Psychiatry 1 75: 7 (luglio 2018): 657-664.