"Lady Bird" di Greta Gerwig, con Saoirse Ronan e, come sua madre, la brillante Laurie Metcalf, è il primo film diretto da Gerwig. È, a rigor di termini, una storia di formazione su una ragazza di Sacramento che lotta per sfuggire al destino artistico che la attende – attraverso la via delle applicazioni del college – a New York City. È una storia divertente e triste – sai, come "Gold Rush" di Chaplin e "North By Northwest" di Hitchcock.
È la vera storia di Gerwig, rappresentata fino alla sua partenza per il college (e un po 'di tempo dopo), tempo sufficiente per essere ricoverato in ospedale e chiamare casa. Gerwig non rifiuta nessuna parte di quella storia – Sacramento, la sua maleducazione e insensibilità, sesso, e – più criticamente – una sorta di spinta insaziabile che ha avuto (e ha) per creare storie su, beh, sfollate donne americane – oserei dite, donne bianche protestanti anglosassoni? (Anche se "Lady Bird" si svolge in una scuola cattolica come quella a cui Gerwig partecipava, la sua famiglia era unitaria.È stata una formula per fomentare un punto di vista di un estraneo in Gerwig, forse un destino che sua madre – con la quale è rappresentata come essere in costante conflitto nel film perché, beh, non è così pronta a restare dov'è – ha desiderato surrettiziamente lei?)
Gerwig è apparso in 25 film come attrice – cominciando con i film underground di New York, ma più recentemente come attore di supporto in film così importanti che non ha diretto o scritto come "20th Century Women", "Jackie", e meno ben noto "Maggie's Plan" – e ha fatto parte del team creativo in cinque, tra cui "Frances Ha" (2012) e "Mistress America" (2015) – in cui ha collaborato – come fa nella sua vita privata – con New Noah Baumbach, allevato a York. Negli ultimi tre film è una WASP in ritardo, non destinata al successo, che lotta per sopravvivere, per non parlare di riuscire creativamente, a New York e nei dintorni. Gerwig è una persona disposta a metterla – dimentica la sua vita sessuale, le sue viscere – sulla linea, ma per vedere e sottolineare l'umorismo, a volte pura gioia, del viaggio.
E così i suoi personaggi possono essere sia patetici che nobili, in circostanze di sopravvivenza della vita – sai, come il piccolo vagabondo di Chaplin in "The Gold Rush", "City Lights", "Modern Times" e "The Great Dictator", e il vacuo Cary Grant, dato un'identità falsa e fatto per combattere per la sua vita, in "North By Northwest", insieme a Jimmy Stewart in "Vertigo" e John Wayne in "The Searchers" di Ford.
Catturare quella complessità nell'intrattenere i film è ciò che fanno i grandi registi.