Mirror Neurons Firing presso la House of Blues

È venerdì sera e in decine di città americane i fan si lanciano in un'immersione blues. Potrebbe essere Chicago, o St. Louis o Austin, ma in questo caso per me è Buffalo, dove il chitarrista è brillante e pieno di spirito come Clapton e probabilmente abile. Va da Willie ma il suo cognome è polacco. La ragazza cantante-solo-band-sofisticata sulla chitarra ritmica, tuttavia, avrebbe potuto insegnare a Janis Joplin alcune cose sull'uso del microfono. E il batterista, probabilmente buono come qualsiasi batterista che si possa nominare, tiene in mano un giorno di lavoro sugli assi dell'officina Ford. Colpevole di talento, praticato ea proprio agio, e sconosciuto al di fuori della città, la band dovrebbe essere una notizia in prima pagina se il mondo potesse vantarsi di qualsiasi giustizia.

All'interno della familiare progressione a dodici corde che guida, costringe e libera il blues, la Stratocaster si libra e la voce ispirata echeggia dei campi-grida del Sud antebellico. Il pubblico, educato, riconoscente e illuminato in $ 3.50 bozze, annuisce saggiamente ai riff, punta un orecchio al downbeat, e sorride alla voce teatrale quando la band suona "Red House".

L'immagine prende forma come un misto di dolcezza e bordo. Un pubblico di sale e pepe presenta una mezza dozzina di motociclisti brizzolati, un paio di avvocati, alcuni stanchi insegnanti del centro città, un mestolone, uno studioso James Joyce e impresario teatrale, uno o due semi dell'ufficio del sindaco (con la testa rivolta verso nord, ma i loro cuori verso sud), e un vecchio cronista di cui conosco il volto, un timpanista o un magistrato in pensione, non riesco a ricordare quale. In primo piano un ascoltatore troppo giovane per ricordare Elmore James (il cui ritratto è appeso allargato e riverente sul muro) si appoggia al tavolo da biliardo. Elegante in ciondoli turchese Zuni e filigrana d'argento sul gilet di pelle che recita "Phoenix Indomitable", corteggia lievemente sfavorevole al barista per aver riposato una pallida birra sul feltro. Spazza via il bicchiere, sorride a metà scuse e riprende a suonare, i fianchi segnano il tempo. Per completare la scena, disegna in un aspirante chitarrista vicino le cui dita si susseguono per imitare il cambiamento chiave della chitarra aerea. Sta anche pensando a un pensiero incarnato: "Potrei interpretarlo." I circuiti dei neuroni specchio si accesero, sentendo "Sto già suonando quello".

Alla House of Blues è venerdì sera, gli appassionati si sono composti per assaporare il blues. Hanno guadagnato la tregua; sono pronti ad ascoltare; insieme sono pronti per giocare.

Eric Clapton at the Tsunami Relief Concert, Courtesy of Yummifruitbat through Cr

Eric Clapton al Tsunami Relief Concert