Una delle cose più difficili che incontro, come medico che è anche insegnante, è il problema di come insegnare ai giovani dottori. I residenti in psichiatria, e i miei colleghi medici, hanno bisogno di imparare. La medicina è un'esperienza di apprendimento in corso, lo sappiamo tutti. Chiamiamo anche la formazione medica continua (CME) e abbiamo i requisiti di licenza per la necessità di frequentare le conferenze ECM.
Io tendo ad essere uno dei docenti, ma una delle cose più difficili per me, anche più difficile, in molti modi, rispetto al lavoro effettivo di curare i pazienti, è insegnare. Non intendo la meccanica: sono decente a parlare in pubblico; So come usare powerpoint; Conosco abbastanza bene il materiale per le mie lezioni (studi di ricerca). Il problema è: come posso portare nuove conoscenze agli altri, che sono attivamente impegnati nella pratica della psichiatria, o che sono sulla buona strada per farlo, mentre non portano via le conoscenze che hanno? Gli uomini dovrebbero essere insegnati come se non li avessi insegnati, dice un vecchio poema. È possibile?
Ogni nuova saggezza è una disillusione; tutta la nuova conoscenza rimuove la precedente falsa credenza. E non ci piace essere disillusi; le nostre vecchie credenze sembrano vecchi amici: odiamo vederli andare. E i dottori, alcuni dei quali soffrono della sindrome di Dio, si aggrappano ancora più tenacemente alle loro convinzioni, falsi e veri.
Chi sono io e come sono, per dirgli cosa è vero e cosa è falso? Come possiamo insegnare?
Henry Adams, nel famoso libro di memorie sulla sua educazione, ha concluso che non si potrebbe mai effettivamente insegnare qualcosa. La maggior parte dell'istruzione è casuale, ha concluso, non formale. Un altro modo per dirlo è il vecchio detto che imparare con l'esempio è molto più efficace dell'apprendimento tramite precetto. Forse questa è la saggezza dietro la modalità di apprendistato dell'educazione medica, gli anni di seguire gli altri medici per vedere come si esercitano, non solo per sentirlo in aula.
C'è qualcosa per l'essere, e il vedere, che supera di gran lunga il parlare e l'udito.
Forse è così: ma c'è ancora una conoscenza da insegnare. Quindi continuerò a insegnare, oa pensare che sto insegnando, e spero di imparare, o di pensare che sto imparando.