Libertà di espressione e verità

Quando le persone si impegnano nel dialogo e nella discussione su questioni morali controverse, un ritornello comune quando sorge il disaccordo è "Ho diritto alla mia opinione!". L'ipotesi sembra essere:

  1. Se qualcuno non è d'accordo con me, allora non credono che io abbia il diritto di credere ed esprimere la mia opinione; o
  2. Il fatto di avere il diritto alla mia opinione implica che la mia opinione sia vera, o almeno plausibile come opposti punti di vista.

Tuttavia, entrambe queste ipotesi sono chiaramente false. Riguardo al primo punto, due individui potrebbero non essere d'accordo sulla moralità della pena capitale, per esempio, e offrire argomenti a sostegno delle loro opinioni. Ma il semplice disaccordo qui non implica che nessuno dei due crede che l'altro non abbia diritto alla propria opinione, o che non abbia il diritto di esprimerlo. Le persone possono essere in disaccordo su ogni sorta di controverse questioni morali, politiche e religiose e comunque rispettare i diritti di coloro con cui non sono d'accordo. Certo, le persone non mostrano sempre tale rispetto, ma questo è per ragioni diverse dal semplice disaccordo.

Per valutare il secondo punto di cui sopra, considera ciò che Russ Shafer-Landau chiama "L'argomento della libertà di coscienza ed espressione" nel suo libro Whatever Happened to Good and Evil? :

  • Premessa 1: se le persone possiedono diritti uguali a un'opinione su X, allora le loro opinioni su X sono ugualmente plausibili.
  • Premessa 2: le persone hanno gli stessi diritti di un'opinione sulla moralità.
  • Pertanto, le opinioni della gente sulla moralità sono ugualmente plausibili.

Il problema, come sottolinea Shafer-Landau, è che la prima premessa di questo argomento è falsa. Potrei avere lo stesso diritto alla mia opinione come il mio medico ha riguardo alla natura della mia attuale malattia o alla portata della mia ultima lesione di calcio. Ma ciò non significa che la mia opinione su questo sia plausibile quanto la sua. Allo stesso modo, potrei avere lo stesso diritto alla mia opinione su qualche questione morale come chiunque altro, ma questo non significa che le nostre opinioni siano ugualmente plausibili. Se ciò fosse vero, allora le opinioni dell'abolizionista e dello schiavista sarebbero ugualmente plausibili, così come quelle di Adolf Hitler e Madre Teresa. Chiaramente queste opinioni non sono ugualmente plausibili, ed è anche chiaro che il diritto di credere a ciò che vogliamo sulla moralità e ad esprimere quella convinzione non porta alla conclusione che tutte le opinioni morali sono ugualmente plausibili. O, per dirla in altro modo, se ci sono buone ragioni per credere nel relativismo morale, non hanno nulla a che fare con questi diritti.

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