Serial Killers femminili

Finché arrivò Aileeen Wuornos, il termine "serial killer femminile" era generalmente considerato un ossimoro, nonostante il fatto che alcuni dei nostri cittadini più giusti ci abbiano costantemente dimostrato che, quando si tratta di omicidio, una donna può competere con qualsiasi uomo. Naturalmente, parte di questa mancanza di consapevolezza è stata causata da precedenti definizioni di omicidi seriali che comunemente presumevano che l'autore sarebbe un uomo; fino al 1998, Roy Hazelwood dell'FBI è stato citato in una conferenza dicendo "non ci sono serial killer di sesso femminile". Anche quando viene riconosciuta la letalità di una femme fatale, viene spesso descritta come una vittima manipolata da un maschio malvagio .

È vero che ci sono molto meno assassini seriali femminili che maschi (anche se in termini percentuali ci sono più serial killer di sesso femminile (15 percento rispetto all'85 percento di maschi) di quanti ce ne siano di una tantum (90 percento uomini; 10 percento donne) È anche vero che non è così probabile vedere una donna torturare la sua vittima o fare sesso con un cadavere morto, i tipi di dettagli cruenti che fanno notizia e vendono film. molto più in basso sulla lista motivazionale degli assassini seriali femminili rispetto agli uomini, noi donne tendiamo a adottare un approccio più pragmatico per uccidere le persone. Gli assassini seriali femminili uccidono per profitto e potere.

La maggior parte dei serial killer femminili lavorano da soli. E sono bravi a farlo. Infatti, se si accetta la definizione ormai comune di un serial killer come qualcuno che uccide tre o più persone, con il passare del tempo tra eventi omicidi, le femmine superano le loro controparti maschili. Uno studio del 2011 ha scoperto che queste donne letali operano sotto il radar; hanno meno probabilità di avere una storia criminale, tendono a uccidere quelli più vicini a loro (emotivamente e fisicamente) e usano metodi più silenziosi di eliminazione (veleno, droghe, soffocamento). Di conseguenza, le loro carriere mortali durano molto più degli uomini (tra gli otto e gli 11 anni, rispetto ai due anni per gli assassini seriali di sesso maschile), con una media di nove vittime.

Il che mi porta al motto di questa storia: non sottovalutare una donna pericolosa. E non giudicare dalle apparenze; il male può essere piacevole e carino all'esterno. Proprio come caramelle avvelenate.