Evolution_of_Superstition
Il biologo evoluzionista e noto ateo Richard Dawkins ha lucidamente sottolineato che molte credenze religiose costituirebbero segni di malattia mentale (ad esempio, la schizofrenia) se queste non fossero ammantate nei drappi della divinità. Prendi una credenza soprannaturale radicata nella dottrina religiosa e chiamala "fatto" divino X. Se fa parte della narrativa religiosa di una persona, costituisce una credenza che deve essere rispettata (e per una particolare religione, non si dovrebbe nemmeno criticare apertamente del suo sistema di credenze … no, non mi riferisco agli Amish). Tuttavia, se un individuo ha la stessa credenza X, senza che faccia parte di una narrazione religiosa, l'individuo che detiene questa convinzione potrebbe incontrare una derisione (se non la preoccupazione per il suo benessere mentale).
Vorrei spingere ulteriormente la discussione di Dawkins. Prendi un dato "fatto" divino tenuto dai membri di qualche religione. La maggior parte delle persone che non fanno parte della religione in questione generalmente considerano la credenza stravagante. Quindi, una credenza che sarebbe altrimenti considerata un segno di malattia mentale è perfettamente "logica" quando si applica alla propria religione.
Per timore che qualche lettore fraintenda la mia posizione, vorrei essere chiaro: non sto suggerendo che i credenti religiosi sono "pazzi" o che soffrono di malattie mentali. Sto semplicemente sottolineando che la stessa credenza è sacra o un segno di malattia mentale a seconda del contesto in cui si crede. L'immagine del teaser che ho scelto per questo post rende all'incirca lo stesso punto. La credenza di un bambino nel coniglio di Pasqua e in Babbo Natale è accettabile, ma ci si aspetta che uno diventi troppo grande per tali credenze infantili. Ora, un adulto che crede in Dio (che condivide altrimenti un numero straordinario della stessa narrativa di Babbo Natale) è perfettamente sano. I lettori interessati alla mia critica religiosa possono riferirsi a molti dei miei post precedenti su questo argomento, incluso qui.
Su una nota correlata, i lettori potrebbero essere interessati ai lavori di tre neuroscienziati, Vilayanur Ramachandran, Michael Persinger e Mario Beauregard, ognuno dei quali ha studiato le basi neuronali di particolari aspetti della religiosità.
Fonte per immagine:
http://bit.ly/gBP1i7