Siamo "amici", ma non è amicizia

Il tuo capo.

Quella mamma ipocrita alla scuola materna dei tuoi figli.

Il vicino che si alterna tra sorridendo a te e lamentandosi incessantemente del tuo falegname.

Amici di Facebook tutti, ma veri amici?

Come discute il mio primo libro, "The Friendship Fix" (uscito oggi!), Non c'è dubbio che nel giro di pochi anni il social networking e la tecnologia in generale hanno rivoluzionato il modo in cui ci connettiamo l'un l'altro. E a prescindere da dove ti trovi nello spettro, da ossessionato dai gadget a vivere completamente fuori dalla griglia, sei influenzato da queste alterazioni nell'interazione (trovare il tuo recinto di voto online, chiunque?).

Probabilmente, anche i significati delle parole che usiamo – da "amico" a "mi piace" (che ora è qualcosa di routine fatto su Facebook a notizie sorprendenti, non importa quanto tragiche) stanno cambiando insieme ai nostri comportamenti. Sicuramente, non ci sono risposte facili, nessuna previsione chiara di dove siamo diretti. E sì, i cambiamenti nel vocabolario (quello che è successo a "Thar" e "Ye"?) E la tecnologia (il telefono è stato visto una volta con lo stesso pauroso disprezzo che Facebook spesso è ora) sono sempre stati in movimento, ma probabilmente si stanno verificando ad un ritmo più veloce che mai. La domanda diventa, quale parte della nostra umanità – le nostre emozioni, le nostre convinzioni, i nostri sogni, le nostre paure e, soprattutto, le nostre relazioni – cambiano con essa?

Questo blog cerca di esplorare questo nuovo terreno. Dal fatto che tu sia davvero "disgregato" se tu e il tuo ex continuate a mandarvi messaggi, a come i bambini di oggi inizieranno mai nuovi capitoli delle loro identità dato il pubblico online che li segue ovunque vada, "Friendship 2.0" sarà cercare di porre domande difficili, a volte bizzarre.

E dove altro per farlo, ma online? (Scusa, gente fuori dalla griglia.)