La velocità olimpica può uccidere

Le Olimpiadi sono sempre state un momento speciale per me. Forse il sentimento olimpico di appartenere a qualcosa di molto più grande di te viene dal mio passato di ballerino di aspiranti. Poiché la performance on demand è stata parte della mia vita da quando ho potuto plié, posso relazionarmi con il desiderio degli atleti di fare del loro meglio in base a tutto il loro duro lavoro. C'è qualcosa di affascinante nella compressione di anni di allenamento in quel momento di realizzazione o interruzione.

Anche le Olimpiadi invernali di quest'anno a Whistler, in Canada, si sono dimostrate entusiasmanti. Ma una cosa si sente diversa da tutti gli altri anni in cui ho visto le Olimpiadi. La velocità ha superato la sicurezza in più di un'occasione. In realtà, il combattimento ad orologeria ha preso il sopravvento quasi completamente. Anche prima che iniziassero i Giochi Invernali, la velocità richiedeva la vita di un atleta di Georgia. La richiesta di più veloce e migliore ha la precedenza sulla ragione. Sono un sostenitore dell'andare per l'oro, ma a quale costo? Certamente non alla morte.

È nella natura degli sport che si lavora contro il tempo. In molte discipline olimpiche, il tempo è la misura di se si fa l'oro o no. Uno sguardo ai corridori in discesa ti dà una buona idea di ciò che conta nello sport: scendere la collina il più veloce mentre sei ancora in piedi. Periodo.

Se dovessimo tradurre le Olimpiadi nelle nostre vite, potremmo vedere alcuni paralleli. Essendo il più veloce in autostrada, spingendo avanti in fila al check-out, completando i compiti alla velocità della luce sono tutti i driver con cui viviamo, forse anche inconsapevolmente. Gestiamo risme di dati e input tecnologici senza battere ciglio. La nostra velocità-a-holism non è sostenibile, ma tentiamo di tenere il passo con la stessa tecnologia che abbiamo creato per farci risparmiare tempo.

Il nostro combattimento con l'orologio continua nelle nostre vite quotidiane. Sia che si tratti degli olimpionici o meno, ci precipitiamo da una cosa all'altra. È diventato così tanto il nostro normale stile di vita che a malapena notiamo la gara. Se prendiamo un momento per riflettere, comunque, sui perché e sui percome delle nostre azioni, potremmo prendere noi stessi prima di sorvolare noi stessi la barricata.

Questa sarebbe la mia speranza per tutti noi.