Perché non finisci quel romanzo

Quando inizi a dire la verità, succede qualcosa di interessante.

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Ti siedi al computer e fai uscire la verità. Questo è tutto ciò che c’è da fare, davvero. Ti alzi ogni giorno e lasci che il messaggio, la verità, le parole si muovano attraverso di te. Ti siedi e dici, vieni da me, sii liberato, permettimi di essere il tuo vascello, e poi ti fai da parte e permetti che a volte arrivi a volte, a volte riluttante a gocciolare le parole a te, e qualche volta esita e si siede lì, aspettando … chissà cosa? Quindi ti siedi lì con esso, aspettando, permettendo, pazientemente, lasciandolo prendere il suo tempo. Nei giorni in cui tuoni tuonando attraverso di te, è facile credere che tu sia il responsabile e il controllo del processo. Nei giorni in cui non viene affatto, ti siedi lì a chiedermi che diavolo c’è di sbagliato in te.

Nessuna di queste cose è completamente reale.

Non sei la fonte della verità. Sei il gasdotto attraverso il quale scorre. Non sei il responsabile del colore del Play-Doh che devi tenere tra le mani, ma hai il controllo su come lo modellerai e su cosa lo trasformi. Le parole sono tue, il significato dietro di loro non lo è. Veniva da un’altra parte, una parte più profonda di te – forse una versione futura di te. Qualche forza che sapeva meglio, qualcosa che capiva che se hai bisogno di scriverlo, probabilmente hai bisogno di ascoltarlo anche tu.

Perché non è questo il segreto profondo e oscuro che non vuoi che nessuno lo sappia? Non è la cosa di cui sei preoccupato? Che le cose che scrivi, le cose che parli, le verità che condividi, non sono per LORO. Sono per TE. Non li scrivi perché hanno bisogno di essere ascoltati dal mondo, ma perché hanno bisogno di essere ascoltati da te. Non è quello da cui ti nascondi, perché procrastini, perché ti opponi così tanto? Perché sai che quando lo scrivi, devi ascoltarlo. Devi leggerlo. Devi affrontarlo.

Questo è il modo di dire la verità, non è vero? Che tu, prima di tutto, tu, solo tu, devi sederti, guardarlo e riconoscerlo.

Vuoi scrivere quel romanzo perché c’è una verità dentro di te che deve essere raccontata, che muore dalla voglia di uscire da te.

Sai perché ti sforzi di scriverlo?

Perché allora potresti doverlo sentire anche tu.

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