Quando ho chiesto alla mia nipotina più giovane che ha diciassette anni e trascorre una settimana con me, cosa vorrebbe ricevere in un blog, ha detto: "Come sentirsi fiduciosi." Un biondo alto e bello con le gambe lunghe e un sorriso adorabile mi chiedevo perché avrebbe bisogno di un consiglio di questo tipo. Così brillante e bella, avrebbe dovuto camminare a testa alta nella sua giovane vita, sicuramente. Forse la risposta è l'intelligenza, che lei possiede in vanga, e la porta forse a mettere in discussione il suo giudizio, a interrogare le sue opinioni e a chiedersi se ha fatto la cosa giusta.
Così spesso, o almeno così mi sembra, le persone che resistono con fiducia a questioni difficili che sono terribilmente convinte delle proprie verità, forse non sono quelle che sanno di più. Mantenere le verità assolute con grande convinzione, spesso esprime il contrario: una fondamentale insicurezza. Il dubbio non può essere immaginato o l'intero edificio si sgretolerebbe. Esprimere il dubbio non è una mancanza di fiducia, ma al contrario, sicuramente, una condizione umana naturale e normale. Cosa possiamo sapere con certezza? Cosa possiamo proclamare con grande certezza? Mettere in discussione tutto è sicuramente la base dell'apprendimento. La modestia in tutte le cose, ammettere che non sappiamo tutto, è un buon modo per acquisire effettivamente autorità.
Forse, allo stesso tempo, però, dobbiamo ricordare Sant'Ambrogio che disse che Dio creò l'uomo a sua somiglianza e che la sua formazione era quella di un capolavoro che esercita il dominio su tutte le creature viventi ed è, per così dire, il corona dell'universo e la bellezza suprema di ogni essere creato. Se uno crede in Dio o no, sicuramente si può considerare ogni vita preziosa e degna di rispetto da dove veniamo e qualunque sia la nostra razza o credo, la nostra bellezza o intelligenza. Abbiamo tutti una storia da raccontare e un diritto alle nostre opinioni, qualunque esse siano, in particolare se le esprimiamo con consapevolezza e apertura alle verità degli altri. Abbiamo tutti il diritto alla fiducia.
Spesso anche la fiducia viene dall'esprimere le nostre verità limitate, qualunque esse siano, dal modo in cui si vede il mondo, difendendo i propri legittimi diritti di espressione. Avendo appena scritto un libro di memorie, "Una volta che eravamo sorelle" che dicevano verità che sono state messe a tacere nella mia famiglia per così tanto tempo, mi sono imbattuto in rabbia e odio espresse da alcuni membri della famiglia. Avevo quindi il diritto di esporre queste persone alla mia storia, al modo in cui ho percepito le verità della vita e dell'amore di mia sorella, alle mie percezioni e convinzioni personali? Imparare a parlare, a proteggere la propria proprietà, il proprio corpo e ciò che si ritiene giusto, e il diritto assoluto di esprimere il proprio punto di vista, anche se limitato, è un modo per acquisire sicurezza. Azione, impegno con gli altri, difesa dei propri diritti, consapevolezza del valore degli altri non può che condurre alla fiducia.
Sheila Kohler è l'autrice di tredici libri di narrativa tra cui "Love Child" "Cracks" e "Becoming Jane Eyre" e più recentemente un libro di memorie, "Once we were sisters" pubblicato da Penguin in American e Canongate in Inghilterra