Jejunums geloso e eredità di Cartesio

Un recente titolo del New York Times ha proclamato che: "In Pain and Joy Of Envy, il cervello può svolgere un ruolo".

Potrebbe avere un ruolo ?! Dove altro il New York Times pensa che l'invidia risieda? Nei nostri cuori odiosi? I nostri avidi due punti? Il nostro jejunum geloso?

Il fatto che il New York Times possa mettere in dubbio la centralità del cervello nelle emozioni umane dimostra fino a che punto gli scienziati comportamentali devono arrivare a convincere le persone a capire cosa facciamo. Come possiamo aspettarci che i finanziatori come il NIH e l'NSF investano in scienze comportamentali anche quando il New York Times non è chiaro se sentimenti come l'invidia risiedano nel cervello?

Questa è tutta colpa di Descartes, ovviamente. Ha persuaso i pensatori moderni che la mente è separata dal cervello. (Anche se pensava che la ghiandola pineale potesse potenzialmente essere la sede dell'anima, se ricordo bene la mia filosofia del college.)

Fortunatamente, le nuove tecnologie come l'fMRI stanno lentamente superando l'influenza eccessiva di Descartes. Chiedi a qualcuno di pensare pensieri invidiosi e lo scanner mostra quale parte del cervello funziona. (La sensazione di invidia, si scopre, risiede in importanti centri di dolore).

Per gli scienziati comportamentali, l'importanza della ricerca di fMRI è quella di mostrare dove nel cervello risiedono emozioni, pensieri e percorsi comportamentali specifici.

Per deporre le persone, l'importanza è mostrare che tali cose risiedono … ovunque nel cervello.

Un mio collega, uno scienziato comportamentale dell'Università del Michigan, ha recentemente presentato i risultati delle ricerche del nostro Centro a un gruppo di Muckety-Mucks NIH, nella speranza di persuaderli a continuare a finanziare il nostro tipo di ricerca. Ha concluso il suo discorso con uno studio fMRI e ha spazzato via i biologi molecolari che costituivano la maggioranza del pubblico. Uno di questi scienziati lo ha cercato con entusiasmo dopo la discussione per dirgli che questa era la prima volta che credeva che la ricerca sulla scienza comportamentale avesse alcun valore.

A quelli di voi che mettono in discussione il valore della ricerca sull'imaging cerebrale, vi ricordo che l'eredità di Descartes non è stata completamente vinta. Affinché la nostra ricerca influenzi le politiche e le pratiche, dobbiamo costruire la nostra "strada credibile" ricordando alla gente che i nostri pensieri e sentimenti sono realmente presenti nel cervello.

Per saperne di più sui miei blog e per saperne di più sul mio nuovo libro, Free Market Madness, consulta il mio sito personale: http://www.peterubel.com