La condizione umana in poche parole: la preghiera della serenità la inchioda, ed ecco il resto. Parte 1

La condizione umana in poche parole: la preghiera della serenità la inchioda, ed ecco il resto

Come amante della prosa, ammiro tanto la preghiera di serenità. Per le mie orecchie è la formulazione più squisita, precisa e succinta di un giudizio universale e severo e la saggezza necessaria per affrontarlo. Qui la forma della preghiera di serenità viene applicata ad altre chiamate universali e difficili. In un momento o nell'altro ognuno di noi è stato messo a dura prova da questi dilemmi.

Ho 16 variazioni di questo tipo che consegnerò in quattro parti. Ecco il primo:

1. Dovrei aderire a questo?

Concedimi l'entusiasmo di unirti alle cose che valgono la pena di unirsi, l'avversione a non unire le cose che non valgono la pena di unirsi e la saggezza di conoscere la differenza.

La saggezza qui è la capacità di minimizzare sia il si si rammaricato sia il dispiacere del no sulla domanda "Dovrei unirmi a questo?" Perché l'ultima cosa che voglio è l'entusiasmo di unire cose che non valgono la pena di unire o l'avversione al non unire le cose che si dimostreranno meritevoli di adesione.

Ovviamente la sfida è che ciò che risulterà avere la pena di entrare non può essere conosciuto con certezza fino a domani, e oggi devo decidere.

2. Dovrei stare con questo?

Concedimi la dedizione di stare con le cose per cui valga la pena di stare con, l'impazienza di non stare con le cose che dimostreranno di non valere la pena di stare con, e la saggezza di sapere la differenza.

La saggezza qui è la capacità di minimizzare entrambi i sì pentiti e pentiti di no sulla domanda "Dovrei stare con questo?" Perché l'ultima cosa che voglio è la dedizione a stare con cose che dimostreranno di non valere la pena di stare con o il l'impazienza di non stare con le cose che dimostreranno di essere valsa la pena stare con.

Ovviamente la sfida è che ciò che risulterà essere valso la pena di stare con non può essere conosciuto con certezza fino a domani, e devo decidere oggi.

3. Devo essere coerente qui?

Concedimi la flessibilità di provare cose nuove in situazioni in cui il comportamento modificato pagherà, la costanza di essere coerente in situazioni in cui il comportamento modificato non darà i suoi frutti e la saggezza di sapere la differenza.

La saggezza è la capacità di minimizzare sia il si si rammarico sia di rimpiangere il no alla domanda "Dovrei essere coerente qui?" Perché l'ultima cosa che voglio è la flessibilità di provare cose nuove in situazioni in cui il comportamento modificato non ripaga, o il fermezza per essere coerenti in situazioni in cui il comportamento modificato pagherà.

Certo, la sfida è che le situazioni in cui il comportamento modificato pagherà non si sa con certezza fino a domani, e oggi devo decidere.

4. Dovrei provare a cambiare questo?

Concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso e la saggezza di conoscere la differenza.

La saggezza qui è la capacità di minimizzare entrambi i si pentiti e pentiti di no sulla domanda "Dovrei provare a cambiare questo?" Perché l'ultima cosa che voglio è la serenità di accettare le cose che si dimostreranno mutevoli o il coraggio di provare a cambiare le cose che non si dimostreranno modificabili.

Certo, la sfida è che ciò che può essere cambiato non può essere conosciuto con certezza fino a domani, e oggi devo decidere.