La moralità è solo relativa?

"Senza Dio", dice la saggezza convenzionale, "la moralità è solo convenzione". E, per espandere quella convenzionale cosiddetta saggezza: in un universo senza dio con credenti senza Dio, tutto va bene; la moralità è relativa, una questione di convenzioni relative a una particolare società.

Ora, conosco poche ricerche psicologiche, ma il ragionamento filosofico e il bisogno di coerenza possono sminuire quella cosiddetta saggezza.

In primo luogo, l'affermazione che la moralità è relativa e convenzionale è di per sé un'affermazione morale – eppure è presentata come un fatto oggettivo e non convenzionale. In minima parte, questo dimostra che non tutta la moralità è relativa, indipendentemente dal fatto che esista o meno un dio.

In secondo luogo, le persone che avanzano tale relativismo spesso traggono la conclusione che quindi "non dovremmo" interferire nelle pratiche di altre culture. Ma se la moralità è tutta relativa, allora non può esserci alcun "dovere" oggettivo sul non interferire in altre culture. Il relativismo non offre supporto per la tolleranza. Se tutta la morale è relativa, allora la tolleranza non è più obiettivamente la risposta dell'autoritarismo.

In terzo luogo, i credenti credono davvero che se non ci fosse nessun dio o dei, sarebbe perfettamente moralmente accettabile – oggettivamente – per loro stuprare, saccheggiare e uccidere? Ne dubito.

Queste sono solo alcune delle considerazioni che dovrebbero portarci a fare attenzione a affermazioni come "È tutto relativo, non è vero?"

Mi sono concentrato su affermazioni morali, ma alcuni sostengono addirittura che tutta la verità sia solo "relativa". Questo è ancora più bizzarro – e se sei incline a pensare che la verità sia relativa, allora pensi davvero che sia solo una questione relativa che sei vivo e che se ti butti sotto un treno veloce in arrivo, solo una questione relativa che tu verrebbe probabilmente ucciso?