Parole di pazienza sussurrate

Hai mai pensato al potere del sussurro, a tutta l'urgenza e all'intimità che contiene?

Avevo pensato raramente prima di partecipare a un seminario chiamato "Whispered Words" alla conferenza degli AMICI del mese scorso.

Un gruppo di balbuzienti, genitori di bambini che balbettavano e logopedisti erano invitati a sedersi in un grande cerchio. A ogni altra persona nel cerchio è stato detto di stare dietro il loro posto. Ci è stato chiesto di pensare a una cosa che volevamo migliorare in noi stessi. Sono state distribuite penne e carta e a chi stava in piedi è stato detto di scrivere "Ti do …" seguito dal pezzo di loro che volevano migliorare.

A coloro che erano stati lasciati seduti fu chiesto di chiudere gli occhi e quelli in piedi furono diretti a camminare dietro il cerchio di sedie, sussurrando all'orecchio di ogni persona seduta le parole della frase che avevano scritto.

Cominciò provvisoriamente, tutti i piedi strascicati e gli scarabocchi sgradevoli.

Poi, lentamente, il silenzio cosciente di sé lasciò il posto al suono attutito dei sussurri che si muovevano per la stanza.

Il brivido esitante delle prime parole nel mio orecchio mi sorprese, la voce di un uomo che sussurrava: "Ti do il coraggio di inseguire tutti i tuoi sogni pazzi".

Poi una voce femminile mi ha detto: "Ti do il permesso di raccontare la tua storia".

All'inizio erano tutti diversi, una litania anonima di paure e sogni privati. Gradualmente la ripetizione si insinuò e, quando aprii gli occhi, non mi fu dato più nulla della pazienza.

Sembrava che la pazienza mi risuonasse nell'orecchio come se la parola sussurrata fosse venuta in qualche modo dal mio cervello. Mi sentivo come se stessi portando il loro segreto, come se avessi la responsabilità e l'abilità di essere paziente.

Quindi cosa vuol dire essere pazienti?

Nella quiete della stanza ho cercato di districarne il significato e le complessità. Per trovare la pace nei momenti che sembrano portare automaticamente la frustrazione? Mostrare compassione ed empatia per gli altri e per noi stessi? Smettere di correre verso un futuro sconosciuto, e invece apprezzare il graduale spiegarsi delle cose?

L'impazienza fa parte della reazione abituale che ho verso il mio discorso. Non sono una parte di me di cui sono particolarmente innamorato. Trovo molto più facile essere pazienti con gli altri, dare loro il tempo in cui credo che tutti meritiamo. Ci vuole molto più sforzo per avere pazienza con i momenti del mio discorso balbettato, per perdonarmi per tutti i modi in cui non sono perfetto e accettare che il processo di cambiamento non è adatto al mio desiderio di gratificazione immediata.

Nella mia mente la pazienza non significa apatia. Non significa fare un passo indietro dal mondo e aspettare i nostri premi. È uno stato molto più difficile e attivo. Amplia la nostra visione di una situazione, ci chiede di mettere in discussione le nostre ipotesi e contestare la frustrazione che raramente ci serve bene. La pazienza ci dà la capacità di aspettare fino al momento giusto per agire.

È una parola sussurrare a noi stessi, un potente amuleto contro i nostri errori irrazionali.