Grief Chronicles

Come contromovimento nei confronti di coloro che nel campo della psichiatria desiderano classificare il lutto che dura oltre un certo periodo di tempo come patologico, offro una selezione dal mio "Grief Chronicles", una serie di poesie in cui mi doleva per la mia defunta moglie, Dr. Daphne (Dede) Socarides Stolorow, in un periodo di dieci anni dopo la sua morte, 21 anni fa, all'età di 34 anni. Continuo ad addolorarmi.

io

Cerco senza fine

qui e li

in questo angolo della mia vita o quello

nella tua faccia o nella mia

per qualche traccia di Dede

ma lei non si trova da nessuna parte

tranne nel dolore della sua assenza

e nelle camere di tortura

dei miei sogni.

6/20/92

II

Un ghiacciaio di tristezza

congelato dentro di me.

Un pezzettino si spezza

e si scioglie in lacrime,

pulizia.

Ghiaccio immobile

in un mare cavo

non si scioglie più.

Dede svanisce.

Io sono morta.

Compleanno.

Quasi due anni

da quando è morta.

Compirò cinquanta questo novembre.

Nessun grande evento

in Islanda.

11/1/92

V

Ho sognato che Dede stava imparando una nuova lingua,

preparandosi per il viaggio verso una terra lontana.

Volevo andare anche io.

Ma sono rimasto indietro,

bilingue, perso,

Un uomo senza un paese,

congelato tra due lingue

e due mondi,

tra le terre dei vivi

e dei morti.

12/11/92

VI

Ci sono voluti due anni, quasi,

per dare via i suoi vestiti.

Tengo alcune cose preziose,

aggrappandosi a tesori lontani

scivolando ulteriormente dalla mia presa,

il nostro armadio è un guscio mezzo svuotato,

uno specchio beffardo dei resti del mio cuore,

la sua oscurità scavata,

una cupa riflessione

delle notti oscure della mia anima.

12/22/92

IX

Oggi le ho dato le sue ceneri

al mare che amava tanto,

la mia perdita è il suo guadagno per sempre.

Arrivederci amore mio.

La marea piombò dentro

e la lavò dalle rocce nere morte

mentre mi sedevo a guardare

con l'immobilità di un gabbiano caduto

aggiungendo qualche lacrima salata

alla sua nuova casa.

Arrivederci amore mio.

4/2/93

X

Oggi l'ho visitata

come faccio di volta in volta.

"Va bene sentirsi di nuovo felice?"

Ho chiesto con apprensione nervosa.

"Oh sì," disse lei,

tenendo la mia faccia da ragazzino

dolcemente tra le sue mani,

"Lo voglio più di ogni altra cosa."

La calda luce del suo sorriso

sciolto lentamente

nel mare inzuppato dal sole.

Arrivederci amore mio.

4/23/93

XII

Ogni anniversario

(questo il quinto)

Visito il mare

dove l'ho dispersa,

ateo che invecchia

conversando con un angelo,

il suo sorriso,

ferita da coltello nel mio cuore,

ancora caldo.

2/23/96

XIII: trasformazione

Era un po 'spaventoso

quando l'ho visitata la scorsa notte,

scintillante luna di mezzanotte

illuminando la casa nera e rocciosa

dove nove anni giaceva sparsa,

picchiato da onde che si infrangono, onde alte.

Sulla via del ritorno alla mia macchina

dopo la nostra conversazione annuale

Ho capito la mia vita:

Nei suoi resti

Darei agli altri

il regalo che Dede mi ha dato.

Attraverso me

il suo sorriso amorevole

si scalderà e illuminerà

quelli che amo,

sollevandoci entrambi

dal mondo oscuro della morte

nel bagliore della vita.

2/24/00

XIV: tempo

Dieci anni fa

la mia dolce metà è morta.

Cosa c'è in un decennio?

2/23/01

XV: La giacca di pelle

Ho indossato la giacca

lei ha scelto per me

per 18 anni

finché fu lacerato e lacerato,

pelle che mostra fori,

fodera sfilacciata che cade,

e ho guardato il senzatetto

la sua morte mi ha lasciato.

Quando era ora

l'ho lasciato

su una panchina del parco vicino al mare

per il mio successore,

un altro senzatetto si scaldò

dal regalo di Dede a me.

4/8/01

Copyright Robert Stolorow