Di Brain & Behavior Foundation Staff
I fattori genetici che contribuiscono all’autismo sono notoriamente difficili da capire. Una delle ragioni è che solo una frazione dell’insieme totale di mutazioni del DNA che si ritiene possa svolgere un ruolo nella malattia sono state finora identificate. Gli esperti del genoma hanno stimato che almeno 300 e forse fino a 1000 dei 20.000 geni umani possono avere un ruolo – in diverse combinazioni – in diversi individui affetti.
Il progresso nel mettere insieme questo puzzle scientifico implica spesso la scoperta di qualcosa di nuovo e importante, ma qualcosa che aggiunge effettivamente complessità al puzzle. È il caso di un’importante nuova scoperta pubblicata su Science il 20 aprile 2018. Un team guidato dal ricercatore indipendente del 2010 Jonathan Sebat, Ph.D., dell’Università della California, a San Diego e che include Alysson R. Muotri, Ph. D., un giovane investigatore del 2014, che dirige un laboratorio nella stessa istituzione, ha scoperto aree di DNA umano coinvolte nella causa dell’autismo che non “compongono” i geni, ma piuttosto le aree regolatorie che determinano quando specifici geni sono attivati e fuori. In altre parole, ora sappiamo che entrambi i geni e gli elementi del DNA che li controllano sono coinvolti nell’autismo.
Il set di dati totale del team includeva sequenze di tutto il genoma di 9.274 persone da 2.600 famiglie affette da disturbo dello spettro autistico. Alcune delle sequenze regolatorie del DNA che il team ha identificato sono specificamente associate al controllo di un sottoinsieme di geni che la ricerca precedente ha identificato come particolarmente “intolleranti” quando soffrono di mutazioni. Per intolleranti, gli scienziati indicano che questi geni sono particolarmente vulnerabili quando gli errori compaiono nella loro sequenza. Questo può essere vero per vari motivi – per esempio, dove il gene si trova su un particolare cromosoma; o perché il ruolo che gioca nello sviluppo del cervello è assolutamente essenziale.
Una delle scoperte del team riguarda la relazione tra mutazioni precedentemente identificate e rare chiamate mutazioni “de novo” o “nuove”. Tali errori di DNA non sono ereditati da nessuno dei genitori; piuttosto, sono nuovi per un bambino e non si vedono in altri figli degli stessi genitori. Il team ha notato che alcune delle mutazioni nelle regioni regolatorie si sono verificate in aree che aiutano a controllare alcuni di questi geni “mutanti-intolleranti”.
È interessante notare, tuttavia, che tutte le mutazioni normative rilevate dalla squadra nei bambini affetti sono state ereditate, nella maggior parte dei casi dal padre, e non erano presenti in altri fratelli. Questo è un aspetto ancora inspiegabile delle nuove scoperte, afferma Sebat e il suo team. Il difficile lavoro di riordino del puzzle continua nel suo laboratorio e in altri in tutto il mondo.
Di Brain & Behavior Foundation Staff