Un primer sulla coscienza e il cervello

Spacchettare le teorie sui correlati neurali della coscienza.

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Gli animali sono coscienti? Questo è stato discusso in un precedente blog di Coscienza e Cervello.

Fonte: Wikipedia PD

Per quelli di voi che seguono questo blog, ecco un manuale che copre in sole dieci pagine molte delle idee nuove che sono state presentate negli anni in questo blog, Coscienza e Cervello.

Alcune delle idee contenute nel manuale sono state presentate in una recente, meravigliosa conferenza tenuta presso l’Università della California, Davis. Alla conferenza (Northern California Consciousness Conference) scienziati di background diversi hanno discusso le teorie della coscienza e discusso sui correlati neurali della coscienza (clicca qui per maggiori informazioni).

Ad esempio, alcuni teorici hanno proposto che la coscienza sia principalmente una funzione della corteccia frontale, mentre altri teorici hanno proposto che la coscienza sia principalmente una funzione delle aree del cervello posteriore o delle aree sottocorticali. Sembra che la giuria sia ancora fuori per quanto riguarda i correlati neurali della coscienza (clicca qui per maggiori informazioni su questo dibattito).

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Quali sono i correlati neurali della coscienza?

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Una cosa che sembra chiara è che la coscienza sembra essere associata solo a un sottoinsieme della funzione cerebrale. È importante apprezzare che la coscienza di qualche tipo persiste con la non partecipazione (ad esempio a causa di lesioni) di diverse regioni del cervello, tra cui il cervelletto, l’amigdala, i gangli della base, i corpi mammillari, l’insula e l’ippocampo. Inoltre, le indagini su pazienti con “cervello diviso” rivelano che la coscienza sopravvive a seguito della non partecipazione della corteccia cerebrale non dominante (solitamente destra) o delle commessure (ad esempio, il corpo calloso) che collega le due corticali.

Alcuni ricercatori hanno proposto che, per isolare ulteriormente i correlati neurali della coscienza, ci si dovrebbe concentrare sul sistema olfattivo, per diverse ragioni. Una ragione è che l’olfatto coinvolge un’area cerebrale costituita da paleocortex (che contiene solo metà del numero di strati di neocorteccia). Secondo, l’olfatto coinvolge anche una sola regione del cervello: la corteccia frontale. Al contrario, la visione e l’audizione coinvolgono principalmente la neocorteccia e spesso coinvolgono interazioni su larga scala tra corteccia frontale e corteccia parietale, il che rende le cose più complicate. Terzo, l’olfatto può rivelare molto sul contributo dei nuclei talamici nella generazione di coscienza: a differenza degli altri sensi, gli afferenti del sistema sensoriale olfattivo bypassano il talamo “a relè” del primo ordine e dirigono direttamente la corteccia ipsilateralmente. Ciò minimizza la diffusione dei circuiti, permettendo di trarre conclusioni sulla necessità di relè talamici di primo ordine in (almeno) questa forma di coscienza sensoriale.

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Il sistema olfattivo nel cervello

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Ci sono anche proprietà fenomenologiche che rendono questo sistema una rete fruttuosa in cui indagare i correlati neurali della coscienza. A differenza di quanto avviene con altre modalità, l’olfatto non produce regolarmente alcuna esperienza soggettiva di alcun tipo quando il sistema è sottostimolato. Questo accade quando gli odori sono in bassa concentrazione o durante l’assuefazione sensoriale (ad esempio, come quando si lavora in una panetteria e non si può più sentire l’odore del pane). Il “nulla esperienziale”, che è diverso dall’oscurità sperimentata quando gli occhi sono chiusi, è associato all’olfazione non produce contenuti coscienti di alcun tipo a tal punto che, in assenza di memoria, uno in tale circostanza non potrebbe sapere che uno possedeva addirittura un sistema olfattivo. Per questi motivi, l’olfatto fornisce un eccellente portale per la comprensione dei correlati neurali della coscienza.

Riferimenti

Un primer sulla coscienza e il cervello