Umani, tecnologia e il dilemma dell’asintotico

L’uomo e la macchina sono in percorsi divergenti e la tecnologia ha il sopravvento.

Pixabay

Fonte: Pixabay

Sì. Sono dati. Dati che ci arrivano da quattro direzioni fondamentali. E con questi flussi di dati, è un po ‘come bere da quattro manichette antincendio contemporaneamente. L’assistenza sanitaria è uno dei maggiori contributori a questo enorme flusso di dati e sembra non esserci una fine in vista.

Velocità. Passando dalla consegna occasionale, da lotto a lotto, il mondo di oggi è tutto in tempo reale. E, curiosamente, la notizia di oggi è già la storia di ieri. La consegna dei dati in tempo reale non è più un’opzione, ma un imperativo che spinge tutto, dalle imprese alle nostre vite personali. E la velocità sblocca nuovi servizi e opportunità.

Volume. È molto. Una storia interessante e spesso citata del 2013 afferma che il 90% di tutti i dati del mondo è stato creato negli ultimi due anni. E immagino che ora debba essere una percentuale ancora maggiore. Il volume dei dati, anche secondo gli standard odierni, è quasi inconcepibile, ma continua a crescere. L’imaging diagnostico è un esempio in cui i dati stanno esplodendo, con incredibili e importanti progressi nella cura.

Varietà. Dalla risonanza magnetica al tuo smartphone, i generatori di dati sono ovunque (e quasi tutto). I progressi nella salute digitale si aggiungono alla varietà e l’emergere dei test genomici caratterizza questa crescita.

Veridicità. Oggi, la qualità dei dati è fondamentale per i progressi dell’informatica. È “meno spazzatura” e il conseguente miglioramento dell’utilità generale, in particolare nell’analisi.

Ma la domanda rimane: quanto efficacemente possiamo davvero bere da questi quattro tubi antincendio?

La realtà sembra essere meno di quanto pensiamo che possiamo. Mentre la capacità umana di assimilare e elaborare le informazioni è enorme, non è infinita. Eppure l’espansione dei dati, attraverso questi quattro domini, sembra senza limiti. E qui arrivano le due curve matematiche che seguono percorsi diversi. Il nostro percorso umano raggiungerà inevitabilmente una soglia, limitata dalla struttura e dalla funzione biologica. Quella “curva di informazione umana” si appoggerà asintoticamente a quella soglia, mentre i dati continuano la sua traiettoria esponenziale.

Quindi sembra che si tratti di “uomo contro macchina”.

Quindi, lasciatemi iniziare fornendo scuse preventive per quel riferimento sconsiderato a “quelle macchine”, dato che leggeranno anche questa storia. Ora, naturalmente, la soluzione collaborativa per i dati e l’intelligenza artificiale per lavorare per e con l’umanità è la soluzione ovvia. Tuttavia, l’inevitabilità di questo impegno è spesso incontrata con riluttanza e apprensione, in particolare in medicina. La connessione umana viene spesso citata come la componente essenziale dell’assistenza che rappresenta la medicina al suo interno. Tuttavia, il contributo percentuale della tecnologia e dei dati alla società continuerà a crescere e il contributo umano, per definizione, diminuirà. Se segui le curve, esse divergono e i limiti matematici imposti da questo costrutto costringono la componente umana ad avvicinarsi allo zero.

Ora fai un respiro profondo.

Man mano che la tecnologia espande la sua componente del mix, rimane sempre (seguendo lo stesso meccanismo matematico di limiti) la componente dell’umanità – che si avvicina allo zero, ma non ci arriva mai. Forse è questa proverbiale “scintilla di vita” che alla fine definisce la differenza tra “uomo e macchina” e quella scintilla potrebbe effettivamente creare un abisso profondo che è più vasto e differenziato di quanto noi, poveri mortali, avremmo mai potuto immaginare. È una voragine che potrebbe essere il firewall tra l’intrusione della tecnologia e il dominio dell’umanità, almeno quando fai i conti.