Sono nato e cresciuto in India tra antiche tradizioni e una grande e amorevole famiglia allargata di ventitré – nonni, zii, zie e cugini. La mia infanzia felice, tuttavia, ha lasciato il posto a un'adolescenza traumatica. All'età di 18 anni, sono stato debilitato dal disturbo d'ansia generalizzato e dagli attacchi di panico. A 23 anni, da giovane madre in America, ho lottato per liberarmi dalla depressione della depressione. Nel corso degli anni, la mia vita è diventata una sfocatura di visite mediche, farmaci, ospedalizzazioni, ECT e tentativi di suicidio falliti. Come milioni di persone alle prese con malattie mentali in tutto il mondo, alla fine ho rinunciato alla speranza di recupero. Mi sentivo solo, spaventato e pieno di vergogna.
Ma nell'aprile del 1989 uno sconosciuto venne a trovarmi nei luoghi più improbabili, un reparto psichiatrico, e mi diede il dono della SPERANZA che cambiò la mia vita per sempre. Il suo nome era Aida. Nel breve tempo trascorso insieme, Aida mi teneva tra le sue braccia e condivideva le sue lotte con la depressione e la sua incessante ricerca di guarigione.
Sebbene la visita di Aida fosse breve, mi ha dato il dono della SPERANZA che mi ha sostenuto per tutta la vita.
Il 10 ottobre, in occasione della World Mental Health, la mia organizzazione no-profit, ASHA International, ha lanciato The You Can Recover Project .
La missione The You Can Recover Project è quella di dare speranza alle persone alle prese con problemi di salute mentale in tutto il mondo, e ispirarle con intuizioni personali su come recuperare e ricostruire una vita sana, significativa, produttiva.
Spero sinceramente che le storie condivise nel progetto You Can Recover diano a HOPE le persone alle prese con problemi di salute mentale in tutto il mondo e che sappiano che possono riprendersi, proprio come la storia di Aida mi ha ispirato a recuperare e ricostruire un sano, significativo, vita produttiva.
Per saperne di più sul progetto You Can Recover e condividere la tua storia di recupero, clicca qui …
Le storie presentate nel progetto sono la prova del fatto che mentre la malattia mentale non ha barriere, la speranza e la guarigione non hanno confini.